Anche due umbri raccontano la loro esperienza

“Incontrammo una signora con tre gemelli al supermercato Così abbiamo scoperto la struttura che ci ha fatto avere due bimbe”

PERUGIA: Sono sposati da una decina di anni, la voglia di allargare la famiglia risale a circa 4 anni fa. Siccome da Madre Natura tardava la risposta, hanno cominciato a rivolgersi a varie strutture, finché il caso ha voluto che un giorno la loro attenzione fosse catturata dai tre gemellini di una donna incontrata al supermercato.

Quattro chiacchiere amichevoli in cui lei racconta di essersi rivolta al centro per la procreazione medicalmente assistita di Perugia. La coppia, laziale, si fa dare qualche riferimento e decide di provare.

Prima il colloquio, poi iniziano i tentativi con l’inseminazione. Per due volte nessun risultato. Quindi il consiglio di provare con la fecondazione in vitro, che riesce al terzo tentativo. “Così abbiamo avuto i nostri due gemelli – racconta il loro papà – i nostri figli sono anche nati a Perugia perché ormai avevamo qui tutti i nostri referenti. Devo dire che, grazie alla squisita gentilezza del personale, ci siamo sempre sentiti come a casa nostra”.  È la testimonianza da chi non si è fatto spaventare dalla prospettiva di numerose trasferte. Ma ci sono anche coppie umbre che sono riuscite a coronare il sogno di una gravidanza e riconoscono il vantaggio di avere una struttura pubblica disponibile “in casa”.

La nostra esperienza? È stata molto lunga – dice una coppia – di certo perché l’abbiamo affrontata con tranquillità, visto che in base alle analisi in teoria non dovevamo avere problemi. Ci siamo interrogati prima di scegliere l’inseminazione e al centro perugino sono stati corretti. Il dottor Brusco ci ha subito detto quale secondo lui era il modo migliore per ottenere un risultato, ma ha sempre rispettato le nostre decisioni. Abbiamo tentato da soli per due anni, poi ce ne siamo fatti una ragione e a quel punto eravamo preparati anche a livello psicologico per seguire i consigli medici. Finché abbiamo scoperto che tutto era andato per il meglio”.

da: Il Corriere dell’Umbria del 23/01/2012 – Vedi l’articolo originale