L’ospedale perugino perde un’eccellenza:

Brusco dice addio al centro di procreazione assistita.

Il fondatore, l’anima, l’autore delle tante nascite impossibili lascia la struttura.

L’ospedale perugino perde un’eccellenza. Gian Francesco Brusco non sarà più al suo posto.
L’uomo che ha fondato e ha fatto del centro di procreazione assistita di Perugia una delle eccellenze italiane mette nero su bianco e dice addio. La decisione arriva a pochi giorni dal  trasferimento della struttura, dagli spazi dell’ex ospedale Monteluce, in via del Giochetto, oggi centro universitario, all’ospedale di Pantalla.

 

Il

Il trasferimento

Da alcuni salutato come un passo dovuto, un opportuno riconoscimento a quella che rappresenta una delle aree più performanti del servizio sanitario perugino, tenuto conto dell’inadeguatezza degli edifici nei quali fino a oggi è stato ospitato il centro. E’ largamente condiviso che l’ospedale di Pantalla rappresenti un esempio di struttura sanitaria, non soltanto per la qualità del manufatto quanto per l’efficienza dei servizi.

Come è tuttavia largamente condiviso che il dislocamento dalla città alla provincia rappresenti anche uno svantaggio per il prestigio del centro, tenuto conto dell’agibilità propria di una struttura collocata in città. E’ la premessa per chi si chiede oggi il perché un centro con simili riconoscimenti, con una ricerca avanzata, una proficua collaborazione universitaria, coppie provenienti da tutta Italia e anche da fuori, impegnata in una delle frontiere della medicina maggiormente in emergenza, quella appunto della nascita, in una società in piena crisi della famiglia e con evidenti ritardi nelle coppie che
decidono di mettere al mondo i figli, anche per ragioni economiche, si diceva: ci si chiede  perché non sia stato possibile individuare un luogo adeguato nel polo ospedaliero perugino.

Questa vicenda, ormai così definitivamente risolta, probabilmente poco o nulla, o forse no, centra con la decisione di Gian  Francesco Brusco. il volto da tutti riconosciuto di questo centro, la faccia  di questa scommessa vinta, la storia e l’identità di questa struttura, L’ha fortemente voluta e tenacemente condotta anche in condizioni avverse.

I successi

Per averne un quadro:il centro nasce nel 1995 con Gian Francesco Brusco e il professor Antonio Angelini eseguendo solo tecniche di primo livello (inseminazioni intrauterine, spermiogramma e studio della coppia infertile). E’ nello stesso anno che avviene a Perugia la prima fecondazione in vitro (Fivet), nel 2002 la rima Icsi (la tecnica di riproduzione assistita che permette di inseminare un ovulo mediante la microiniezione al suo interno di un unico spermatozoo), quindi l’inizio vero e proprio della attività di procreazione medicalmente assistita.
Una crescita costante delle prestazioni, anche grazie alla squadra di specialisti che crescono in questa struttura, fino a raggiungere le 6000 prestazioni nel 2007,momento del pensionamento del professor Angelini.

Nello stesso anno arriva il riconoscimento di Centro di riferimento regionale per la procreazione assistita sotto la guida di Gian Francesco Brusco a cui nel 2008 viene attribuita come Struttura semplice dipartimentale fino alla sentenza del Consiglio di Stato del 2015.

A questa data le prestazioni sono arrivate ad oltre 18000 (triplicate sotto la direzione di Brusco rispetto al passato), con circa 900 bambini nati.  Dal 2016 costante decremento delle prestazioni fino ad arrivare a circa 10000 prestazioni nel 2018. Questa fase coincide con un rientro di Brusco, richiesto in attività di reparto alla ginecologia dell’ospedale perugino.

Una lettera

Ora dice addio, in una lettera, con toni di chi preferisce, tutt’ora, preservare l’immagine del centro perugino, piuttosto che accenderei riflettori sulla sua assenza, motivata con cortesi ragioni di natura personale. Non sfuggirà alle numerose persone assistite, ai tanti genitori che grazie alla ricerca e all’operosità di Gian Francesco Brusco hanno realizzato il sogno di un figlio, come non sfuggirà al passaparola che esiste in questo mondo dei ‘genitori che ci provano” e che si trasmettono informazioni sulle diverse realtà italiane, ma anche straniere, per chi ne ha la possibilità. Cosa farà ora Brusco? Rimarrà a Perugia? Sarà chiamato da un altro ospedale? Sarà impegnato in una struttura privata? Quello che risulta attualmente è che appena è circolata la voce di una sua disponibilità, numerose strutture si sono fatte avanti. […]

“Sia chiaro non me ne vado sbattendo la porta”,

sono le parole di Brusco intenzionato a far chiarezza rispetto ai rumors che la sua decisione ha suscitato.

“E’ stata una scelta sofferta, perché il Centro è una mia creatura, un bambino che ho visto crescere e diventare nel tempo un’eccellenza riconosciuta in Italia” “Sono poche le regioni
d’Italia – aggiunge – che non hanno figli nati in provetta a Perugia. E i numeri lo confermano. Ma oggi per me non ci sono più le condizioni per continuare”.

La domanda di dimissioni Brusco l’aveva presentata a giugno, in tempi non sospetti rispetto al trasferimento del centro a Pantalla. La richiesta è poi rimasta nei cassetti dell’Azienda ospedaliera. E a ottobre i diversi colloqui intercorsi tra Brusco e il commissario Onnis sembravano far recedere il ginecologo dalla decisione. Ma così non è stato. Il resto è tutto nella delibera dei primi di novembre.

“Ho molto apprezzato l’attenzione che mi ha dedicato il commissario: ha fatto di tutto
per farmi rimanere”.

Impossibile, però, trovare una chiave per soddisfare le esigenze espresse dal dipendente dell’ospedale
rispetto alla struttura di gestione universitaria e diretta dal professor Gian Carlo Di Renzo.
La direzione del Centro, infatti, prima ricoperta dall’Azienda ospedaliera nel 2015 è diventata universitaria, per decisione del Consiglio di Stato.

“Una vicenda che è stata gestita male dalla precedente amministrazione con una serie di incongruenze che hanno riguardato non solo me”,

Gian Fracesco Brusco abbandona quindi l’ospedale di Perugia ma non il lavoro:

“Per il momento me ne sto tranquillo, sto vagliando la situazione, le richieste sono tante dentro e fuori dall’Umbria. Certo non andrò in una struttura dove non conosco l’equipe, ho bisogno di collaboratori di cui mi fido”, E conclude: “Spero comunque di aver creato una struttura destinata ad andare avanti e che continui a essere considerata un’eccellenza”.

I contenuti del presente articolo sono tratti da quanto apparso sulla stampa locale a proposito della vicenda e in particolare:
  • Ospedale di Perugia: Brusco si dimette. Il perché” – da Corriere dell’Umbria del 12 Novembre 2019
  • L’Ospedale perugino perde un’eccellenza: Brusco dice addio al Centro per la Procreazione Assistita” – da Umbria24.it/Attualità del 9 Novembre 2019